la risposta è negativa per la Corte Suprema dell’Ohio, Stiner v. Amazon.com, 1 ottobre 2020, Slip Opinion No. 2020-Ohio-4632.
Il punto è se Aamazon (A.) sia o meno supplier per il Ohio Products Liability Act.
Nel caso un giovane -Logan Stiner- ingerisce integratori c.d. pre-workout (coffee powder), passatigli da un amico che li aveva acquistati su internet da un venditore del marketplace di Amazon (tale Tenkoris) : li aveva cercati tramite la parola chiave appunto “pre-workout”. Il prodotto è dannosissimo e Stiner muore.
Il padre (S.) cita Amazon come responsabile in base alla legge dell’Ohio sui prodotti difettosi.
Nel caso specifico il venditore si era limitato a pattuire una collaborazione minimale di A. che invece può essere assai più rilevante col rapporto Fullfillment by Amazon.
Il punto è capire se A. sia o meno supplier , visto che di certo non è manufacturer: <Three of his claims sought to hold Amazon liable for defects in design (R.C. 2307.75), inadequate warnings or instructions (R.C. 2307.76), and failure to conform to representations,>, § 12.
Per S. , A. si è reso colpevole di supplier negligence.
Un supplier è chi < “sells, distributes, leases, prepares, blends, packages, labels, or otherwise participates in the placing of a product in the stream of commerce.” >, § 15.
Per la Corte <a person who “otherwise participates in the placing of a product in the stream of commerce” must exert some control over the product as a prerequisite to supplier liability. >, § 19.
Ebbene, tale requisito non ricorre per A., che dunque non è supplier e non risponde a tale titolo:
<Tenkoris [il venditore terzo], the seller of the caffeine powder, had sole responsibility for the fulfillment, packaging, labeling, and shipping of the product directly to customers. Amazon has no relationship with the manufacturer or entities in the seller’s distribution channel. Tenkoris, not Amazon, decided what to sell on Amazon, and by agreement, took on the responsibility of sourcing the product from the manufacturer until it reached the end user. Tenkoris wrote the product description for the caffeine powder that buyers would see on the Amazon marketplace. K.K.’s [l’amico che fece l’ordine] purchase order clearly states that the powder is “Sold by: TheBulkSource” and indicates that the buyer should contact TheBulkSource for any questions about the order. And Tenkoris acknowledges that Amazon never had possession of the caffeine powder and never physically touched the product>, § 20. La corte cita prevedenti conformi ,§§ 22-23.
Nemmeno può reggere la tesi attorea in base a più ampie considerazioni di policy, al di là del dato letterale: § 25 segg.
Interessanti le considerazioni del giudice Donnelly (§§ 31-40) che si distanziano dalla maggiorana de iure condendo: la strict liability a carico di A. sarebbe opportuna, § 31 e 35). Riconosce però che ciò non sia ammissibile de iure condito, spettando il compito al legislatore.
Tra i tanti, fa il punto della situazione (soprattutto circa il se Amazon sia <seller>), Sprague R., IT’S A JUNGLE OUT THERE: PUBLIC POLICY CONSIDERATIONS ARISING FROM A LIABILITY-FREE AMAZON.COM, 60 Santa Clara L. Rev. 253 (2020) .