In un caso di lite promossa da dissidente dal governo arabo a causa della mancata protezione del proprio account da hacker governativi arabi e successiva sua sospensione, interviene il distretto nord della california 20.05.2022m, case 3:21-cv-08017-EMC, Al-Hamed c.- Twitter e altri.
Le domanda proposte erano molte: qui ricordo solo la difesa di Tw. basata sull’esimente in oggetto.
La corte concede a Twitter il safe harbour ex § 230.c.1, ricorrendone i tre requisiti:
– che si tratti di internet service provider,
– che si qualifichi il convenuto come publisher/speaker,
– che riguardi contemnuti non di Tw. ma di terzi .
E’ quest’ultimo il punto meno chiaro (di solito la rimozione/sospensione riguarda materiale offensivo contro l’attore e caricato da terzi) : ma la corte chiarisce che la sospensione di contenuti del ricorrente è per definizione sospensione di conteuti non di Tw e quindi di terzi (rispetto al solo Tw. , allora, non certo rispetto all’attore).
Ricorda però che sono state emesse opinioni diverse: <<Some courts in other districts have declined to extend Section 230(c)(1) to cases in which the user brought claims based on their own content, not a third party’s, on the ground that it would render the good faith requirement of Section 230(c)(2) superfluous. See, e.g., e-ventures Worldwide, LLC v. Google, Inc., No. 2:14-cv-646-FtM-PAM-CM, 2017 WL 2210029, at *3 (M.D. Fl. Feb. 8, 2017). However, although a Florida court found the lack of this distinction to be problematic, it also noted that other courts, including those in this district, “have found that CDA immunity attaches when the content involved was created by the plaintiff.” Id. (citing Sikhs for Just., Inc. v. Facebook, Inc., 697 F. App’x 526 (9th Cir. 2017) (affirming dismissal of the plaintiff’s claims based on Facebook blocking its page without an explanation under Section 230(c)(1)) >> (e altri casi indicati).
Si tratta del passaggio più interessante sul tema.
(notizia e link alla sentenza dal blog del prof. Eric Goldman).