Interessante lite sull’applicabilità del § 230 CDA statunitense a Youtube per allegate violazioni informatiche a fini di frode in account altrui (tra cui quello di Steve Wozniak) .
E’ ora giunta la decisione del 6° appellate district 15 marzo 2024, H050042
(Santa Clara County Super. Ct. No. 20CV370338), Wozniak e altri c. Youtube), che sostanzialmente conferma il rigetto del primo grado (lasciando aperta agli attori solo una piccola finestra).
La fattispecie è interessante per l’operatore. Gli attori avevano diligentemente cercato di aggirare il safe harbour, argomentando in vario modo che gli addebiti a Y. erano di fatti propri (cioè di Y.), anzichè di mera condotta editoriale di informazioni altrui (per cui opera il safe harbor). Ragioni che la corte (anzi gli attori) avevano raggruppato in sei categorie:
a. Negligent security claim
b. Negligent design claim
c. Negligent failure to warn claim
d. Claims based on knowingly selling and delivering scam ads and
scam video recommendations to vulnerable users
e. Claims based on wrongful disclosure and misuse of plaintiffs’
personal information
f. Claims based on defendants’ creation or development of
information materially contributing to scam ads and videos
Ma per la corte non si può arrivare a qualificarle come condotte proprie di Y. ai sensi del § 230 CDA , ma solo dei terzi frodatori (sub ii Material contributions, 34 ss).
Concede però parziale Leave to amend, p. 36.
I profili allegati dagli attorei sono utili pure da noi, perchè il problema è sostanzialmente simile: quello del capire se le notizie lesive pubblicate possono dirsi solo del terzo oppure anche della piattaforma (art. 6 reg. UE DSA 2022/2065)
(notizia della e link alla sentenza dal blog di Eric Goldman)