Ancora sul deposito di marchio in malafede: riforma della decisione amministrativa nel caso Bansky’s monkey

Con post del  25.5.21 avevo dato conto della decisione amminstrativa che giudicava nullo per deposito in malafede il marchio di Bansky rappresentante una scimmia.

Ora la decisione è riformata dall’appello EUIPO con decisione 25.10.2022 case R 1246/2021-5 , Pest Control Office Limited c. Full Colour Black Limited.

Ne dà notizia e il link Eleonora Rosati su IPKat : non c’è malafede nel deposito.

La norma è l’art. 59.1.b ) del reg. 1001 del 2017.

I fatti allegati dal contestante (§ 50) :

<<  – The applied for sign is an artwork of graffiti which has been publicly used
being free to be photographed by the general public.
Banksy himself has permitted the public dissemination of the contested
sign inviting he general public to download it freely from his website.
Under copyright law, Banksy would be required to reveal his identity in
order to show that he is legitimated to bring an action of copyright
infringement.
Banksy has made publicly his view on copyright in the sense that copyright
would be ‘something for losers’.
Banksy has never used the contested mark as a trade mark.
The contested application has been filed to monopolize the copyright
indefinitely infringing thereby copyright law.
Until recently Banksy has not brought formal proceedings against any
parties based on his trade mark right.
Banksy filed the contested mark in order to benefit thereby from the
corresponding exemptions in the trademark system of the USA in the sense

that by showing to have filed an trade mark application there is no need to
show the use of said application before the USPTO.
Banksy and the representative have expressed that the registrations were
not intended to be used and as such have concocted shame efforts to
mislead the Office to believe that there was such intention>>.

Nessuno di questi tuttavia permette di ravvisare la malafede al momento del deposito.

Non solo son fatti successivi , ma nessuo prova mala fede nell’occupazione dello spazio di privativa: il non uso non è malafede.

Molto interessante è che per l’ufficio malafede non è solo ledere diritti altrui  -come si pensa spesso: qui non ci siamo di sicuro. Ma lo è anche “obtaining, without even targeting a specific third party, an exclusive right for purposes other than those falling within the functions of a trade mark. ” (§ 46).

Ipotesi interessante e al tempo stesso concetto oscuro , che però non permette di superare l’ostacolo dell’esistenza della decadenza per non uso: il mero non uso è disciplinato da quest’ultima, non potendo dunque essere malafede (pur se se ne fosse documentata una programmazione ex ante) .

Nemmeno le dichiaraizoni di rinuncia al copyright possono essere ritenute prova di ex ante intento di occupazione abusiva della privativa (§§ 78 ss).

E’ il punto più interessante a livello teorico.  La cosa potrebbe essere dubbia, ma stante l’esistenza della decadenza per non uso solo dopo  un quinquennio dalla registrazione, come detto, il non uso è solo da questa regolato (in linea di massima).