Così Cass., sez. 6, n. 20.292 del 23.06.2022, rel. Scoditti:
<< Va rammentato in via preliminare che la morte di un prossimo congiunto può causare nei familiari superstiti oltre al danno parentale, consistente nella perdita del rapporto e nella
correlata sofferenza soggettiva, anche un danno biologico vero e
proprio, in presenza di una effettiva compromissione dello stato di
salute fisica o psichica di chi lo invoca, l’uno e l’altro dovendo essere
oggetto di separata considerazione come elementi del danno non
patrimoniale, ma nondimeno suscettibili – in virtù del principio della
“onnicomprensività” della liquidazione – di liquidazione unitaria
(Cass. n. 28989 del 2019; n. 21084 del 2015)>>.
[differenza concettuale molto sottile…]
Aggiunge: <deve essere data continuità a
quanto affermato da Cass. n. 33005 del 2021, enunciando il
seguente principio di diritto: “ai fini della liquidazione del danno non
patrimoniale mediante il criterio tabellare il danneggiato ha
esclusivamente l’onere di fare istanza di applicazione del detto
criterio, spettando poi al giudice di merito di liquidare il danno non
patrimoniale mediante la tabella conforme a diritto;”.
Inoltre: <Venendo più direttamente alla liquidazione del danno parentale,
il Collegio intende dare continuità anche a Cass. n. 10579 del 2021,
la quale ha affermato il seguente principio di diritto: al fine di
garantire non solo un’adeguata valutazione delle circostanze del caso
concreto, ma anche l’uniformità di giudizio a fronte di casi analoghi,
il danno da perdita del rapporto parentale deve essere liquidato
seguendo una tabella basata sul sistema a punti, che preveda, oltre
l’adozione del criterio a punto, l’estrazione del valore medio del
punto dai precedenti, la modularità e l’elencazione delle circostanze
di fatto rilevanti, tra le quali, da indicare come indefettibili, l’età della
vittima, l’età del superstite, il grado di parentela e la convivenza,
nonché l’indicazione dei relativi punteggi, con la possibilità di
applicare sull’importo finale dei correttivi in ragione della
particolarità della situazione, salvo che l’eccezionalità del caso non
imponga, fornendone adeguata motivazione, una liquidazione del
danno senza fare ricorso a tale tabella.
Le tabelle milanesi non rispondono ai requisiti indicati in punto di
perdita di rapporto parentale, come rilevato dalla stessa Cass. n.
10579 del 2021.
La decisione impugnata, per quanto sopra
osservato, deve essere cassata, ma nel giudizio di rinvio il giudice di
merito dovrà si liquidare il danno non patrimoniale sulla base di
tabella, conformemente alla domanda della parte danneggiata, ma
facendo applicazione non delle tabelle milanesi, le quali restano
conformi a diritto salvo che per la liquidazione del danno da perdita
di rapporto parentale, bensì di altre tabelle che rispondano ai
requisiti sopra indicati. Ed invero, benché con il ricorso sia invocata
la tabella elaborata dal Tribunale di Milano, ciò che rileva, come si è
appena detto, è che onere della parte è proporre l’istanza di
liquidazione del danno patrimoniale mediante le tabelle, mentre
spetta poi al giudice, in sede di qualificazione giuridica, applicare la
liquidazione tabellare conforme a diritto.
Resta fermo che per la liquidazione del danno biologico il giudice
di merito deve fare applicazione della tabella elaborata dal Tribunale
di Milano. Secondo la giurisprudenza di questa Corte in materia di
danno non patrimoniale, i parametri delle tabelle predisposte dal
Tribunale di Milano sono da prendersi a riferimento da parte del
giudice di merito ai fini della liquidazione del predetto danno ovvero
quale criterio di riscontro e verifica della liquidazione diversa alla
quale si sia pervenuti; ne consegue l’incongruità della motivazione
che non dia conto delle ragioni della preferenza assegnata ad una
quantificazione che, avuto riguardo alle circostanze del caso concreto, risulti sproporzionata rispetto a quella cui l’adozione dei
parametri tratti dalle tabelle di Milano consenta di pervenire (fra le
tante Cass. 28 giugno 2018, n. 17018)>>.
Principi di diritto a cui dovrà attenersi il giudice di merito:
1° “ai fini della liquidazione del danno non patrimoniale mediante il
criterio tabellare il danneggiato ha esclusivamente l’onere di fare
istanza di applicazione del detto criterio, spettando poi al giudice di
merito di liquidare il danno non patrimoniale mediante la tabella
conforme a diritto;”;
2° “al fine di garantire non solo un’adeguata valutazione delle
circostanze del caso concreto, ma anche l’uniformità di giudizio a
fronte di casi analoghi, il danno da perdita del rapporto parentale
deve essere liquidato seguendo una tabella basata sul sistema a
punti, che preveda, oltre l’adozione del criterio a punto, l’estrazione
del valore medio del punto dai precedenti, la modularità e
l’elencazione delle circostanze di fatto rilevanti, tra le quali, da
indicare come indefettibili, l’età della vittima, l’età del superstite, il
grado di parentela e la convivenza, nonché l’indicazione dei relativi
punteggi, con la possibilità di applicare sull’importo finale dei
correttivi in ragione della particolarità della situazione, salvo che
l’eccezionalità del caso non imponga, fornendone adeguata
motivazione, una liquidazione del danno senza fare ricorso a tale
tabella”;
3° “per la liquidazione del danno biologico devono prendersi a
riferimento i parametri delle tabelle predisposte dal Tribunale
di Milano, salvo che l’eccezionalità del caso concreto non imponga di
discostarsene dando atto delle relative ragioni in motivazione”.
Precisazione non da poco anche se teoricamente scontata:
<<Nel dare attuazione a tali principi di diritto il giudice di merito
dovrà fare applicazione di tabella aggiornata alla data della decisione
(Cass. 20 ottobre 2016, n. 21245)>>.