Un sito web, che ospiti annunci illeciti (nel caso: sfruttamento di minori), può appellarsi all’esenzione da responsabilità posta dal § 230 CDA (communication decency act) statunitense?
Si, secondo la U.S. Dist. Court-NORTHERN DISTRICT OF CALIFORNIA, 20 agosto 2020, J.B. c. Craiglist e altri, Ccse No. 19-cv-07848-HSG .
Il punto è trattato nella parte III.A, p . 5-11.
Ricorrono infatti tre requisiti della relativa fattispecie: << ‘(1) a provider or user of an interactive computer service (2) whom a plaintiff seeks to treat, under a state law cause of action, as a publisher or speaker (3) of information provided by another information content provider.’”>>, P. 5.
Il punto più interssante (ma non da noi, trattandosi di normativa solo statunitense) è il coordinamento del § 230 CDA con la novella 2018 c.d. SESTA-FOSTA o solo FOSTA: Fight Online Sex Trafficking Act (“FOSTA”) and Stop Enabling Sex Traffickers (“SESTA”) , ivi, p. 6/7. Novella che va ad aggiungere il punto (5) alla lettera (e) del § 230.
L’attrice sostiene che detta novella toglie il safe harbour a Craiglist in relazione alle violazioni dedotte. Il giudice però la pensa all’opposto, pp. 8-10.
All’attrice va male pure con l’ultima difesa, consistente nel ritenere Craiglist sia un “content provider”. Ha infatti buon gioco la Corte nel rigettarla, dal momento che Craiglist si limitava ad ospitare contenuti in toto prodotti da terzi. Viene all’uopo richiamato la decisione Fair Hous. Council of San Fernando Valley v. Roommates.Com, LLC, 521 F.3d 1157, 1162 (9th Cir. 2008), importante perchè richiamato un pò da tutti quelli che si occupano di responsabilità delle piattaforme
Altro discorso è quello della presenza di eventuali segnali di allarme della illiceità, che avrebbero dovuto indurre cautela (se non azioni positive di contrasto ) in Craiglist (red flags di vario tipo, diffide etc.). Tuttavia l’evenienza non è regolata nel § 230 CDA , a differenza dal safe harbour per il copyright (§ 512 DMCA) e a differenza pure dalla nostra disciplina nazional-europea.
(notizia e link alla sentenza presi dal blog di Eric Goldman)